giovedì 27 marzo 2008

london calling #1

evviva il low cost: arrivo al check in e dopo aver ingoiato un disgustoso e inconsistente francesino al crudo realizzo in pochi secondi che sul mio aereo viaggia una squadra di polo maschile londinese, dio esiste ed è pure magnanimo, promemoria mentale.
a victoria station piove che dio la manda ma la mia compare è puntuale per una volta nella vita e ci abbracciamo nerovestite davanti al tabellone degli arrivi tra duecento adolescenti vestiti come i tokyo hotel che mangiano avidamente bagel, si va verso casa, giusto un paio di isolati, la moquette ci attende.
mi sveglio col sole, ma dove siamo? ah si, belgrave road, la compare vestendosi impreca contro il suo stage malpagato e facciamo un caffè leggendo lite che titola "oh no! amy and pete are teaming up" e per un attimo ho paura e tossisco biscotti, evviva i tabloid; esco da sola, o meglio con quello straccio di senso dell'orientamento che possiedo, agguanto un tramezzino da boot's e mi metto in cammino slacciando la giacca, il caldo improvviso sarà colpa del frappuccino a dodicimila gradi che mi brucia definitivamente le ultime papille gustative, ma chissenefrega, servono mica per il chicken bacon; dopo 35 minuti nella sala di rotcho a luci basse anche la pressione sanguigna comincia a cedere ma due ore e mezza dopo sono ancora lì a guardare le scolaresche che fanno i collages seduti per terra nella stanza di mirò e gli italiani che davanti alla crocifissione di bacon commentano "ma che è, nò struzzo?", i neon di flavin mi faranno compagnia per sempre: li ho fissati talmente tanto che devono essersi impressi nella cornea.
ah, la cultura..ah, l'arte. ma i saldi? ecco cosa dovevo fare, siamo seri.
attualmente giaccio semisvenuta sul divano tra i sacchetti, consapevole che non mangerò per mesi ma strafatta di endorfine, attendo il ritorno della compare per una spedizione punitiva da sainsbury che comprenda l'acquisto degli ingredienti necessary ad un curry monumentale, in frigo c'è anche l'hummus, mi commuovo.
UPDATE: birre in lattina a shoreditich e perdersi col notturno a canary wharf, non ha prezzo. le scarpe da 15 pounds che procurano vesciche bibliche, ecco quelle si.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sto saltellando per gli uffici cantando "NOOO FUUUTUREEE".
vorrei il buon syd ora.

cavolo, londra sembra persino carina raccontata così
:)

Iconoclastique ha detto...

quando torno te la canto io. ah ma dicevo che non tornavo vero?

Anonimo ha detto...

ops.. :-P
_ari_