lunedì 15 dicembre 2008

my year in pics- music








l'anno finisce e Pitchfork ci regala una selezione delle migliori foto musicali del 2008, personalmente ne salvo 5, ma si sa, la fotografia di musica è terreno friabile: spessoun inutile gatto che si morde la coda, ritrattistica da palco trita e ritrita, con le lucine rosse e verdi che "fanno atmosfera", il mosso artistico che puzza di muffa, la smorfia per forza e bla bla bla. . non siamo tutti Mrs Leibovitz, che ci vuoi fare.
Da vedere tutte, io ho scelto queste:
-Feist sotto una nevicata di carta, le frange sono di una bruttezza unica, ma l'immagine è deliziosa, come un piatto di udon caldo caldo in una giornata di pioggia
-Erlend illuminato dalla luce divina, lo ammetto, sono di parte, ma il suo sorrisone e la t-shirt slabbrata mi provocano incontrollate reazioni a catena
- Nick Cave occhi di gatto, il bianco e nero non è così banale come dicono, basta saperlo usare
-Les Savy Fav, in un primo momento ho pensato fosse will vecchioprosciutto oldham ingrassato di venti chili, poi ho pensato al suo senso dell'umorismo. ecco allora no. grottesco che funziona.
-David Berman non ha visto gesù, è gesù. e anche un incrocio somatico fra un paio di noti musicisti italiani over 30.

domenica 14 dicembre 2008

yes, i am a long way from home


è passato un pò di tempo, si. quando le cose succedono troppo veloci o non succedono affatto, il tempo passa e nessuno si accorge, gli oggetti si congelano, figuriamoci quello che non si può toccare.
è passato un anno molto lungo, quasi diviso in due, con molto inverno e un'estate breve, alta e luminosa come un faro, i primi mesi faticosi come una maratona sotto il sole, a tirare il fiato poco e male tra uno strappo e l'altro, risvegli bruschi di mattina presto, quando i muscoli si buttano giù dal letto animati solo da un pensiero che non è rabbia nè angoscia, solo una spremuta di quello che è scomparso che mi viene incontro poco prima di aprire gli occhi davvero, una mano in mezzo alla schiena che spinge forte avanti, verso altre ore di luce che serviranno solo ad elaborare un piano alternativo, una strada a caso che esca dalla città. non c'è nessuno, non c'è niente oltre a questo, ci sono solo io.
poi col primo sole caldo è arrivata un'occasione, e la ruota è uscita dal fango all'improvviso, mentre si suda spingendo il carro il fisico si ricicla e spurga, e se l'esterno muta anche l'interno vuole la sua parte, trova qualcosa che pensava di aver perso, qualcosa così importante da non poterlo sostituire, che trasforma tutto quello che vedo nella realtà che non aspettavo più.
l'afa di luglio non mi ha fatto mai dormire, allora non ho sbuffato, ma ho fissato il soffitto e cambiato posizione, la rana pescatrice non mi riesce più, ora.
ad agosto ho giocato a nascondino, e poi ho fatto tana, ma la tana si sa, si cambia ogni stagione, ed ora che è arrivato l'inverno sono in mezzo al bosco a socializzare e schivare rami, cercandone una nuova.
so già come la vorrei, ma non so dove si trovi, nè quanto tempo occorra per arrivarci, potrebbe essere un viaggio lungo, ma io ho pazienza, non mi sono stancata di cercare, ora che so che chi cerca trova, proprio no.