giovedì 23 aprile 2009

salone del mobile 2009- non ho l'età edition


foto: spiers65

per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia stesso..
premessa: a Milano c'è il salone, ogni anno. si espone fuffa, ma anche roba bella, ogni anno. la città si riempie di gente, certo speriamo che non si mettano a mangiare sui marciapiedi, questi stolti turisti, come ogni anno. e si, saremo circondati da finlandesi col panama e milanesi drogati di frizzantini gratis, se è questa la cosa che più vi da fastidio magari andate in vacanza, ma il misantropismo da salone è una malattia inflazionata e la terapia è semplice: cercate di approfittare di questi rari 7 giorni in cui Milano, almeno un pò, vive. da lunedi prossimo tornerà tutto nella norma, esercito sotto casa, strade vuote alle 20 e kekab proibito compreso.


il primo giorno di salone inizia con una sveglia mal settata, mezzora di ritardo secca impiegata a vestirsi a caso e correre verso la triennale e la mia compare congelata all'ingresso; l'impatto non è male, c'è gente ma non troppa e soprattutto ci sono i giapponesi, una sicurezza con i loro giochini disco bambina spiegati ad ogni passante con una gentilezza disarmante; gli amici del sol levante ci accolgono con una serie di gadget imperdibili
- lo swiffer-bruco, ovvero un rettangolo lungo 20 cm e spesso 5, ricoperto da uno swiffer, che farà amabilmente il giro di casa vostra strisciando letteralmente come un bruco e illuminando degli occhietti rossi. tenerissimo.
- il divano semovente:quattro parallelepipedi rivestiti come un pouf che si muovono per la stanza a seconda degli imput che vogliamo dargli, praticamente un twister solido. alla gentile richiesta dello standista (do you wanna try?) comincio a tremare, mi rendo conto delle mie scarsissime capacità atletiche e declino. pensando però che forse è facile come saltare sugli scogli. non lo scoprirò mai.
- il muschio. il vero, grande protagonista del salone 2009, pare. se non hai una ciotola di muschio nel tuo stand sei fuori; dimenticate le gite al mercato con la mamma sotto natale per comprare il muschio da presepe, qui si parla di sconfinate e morbidissime collinette verdi intervallate da bulbi e orchidee rigogliosissime. se non avete gatti si può fare. io rinuncio, vedo già il mio giardino zen muschiato diventare cassettina.
- un meraviglioso tessuto idrorepellente ispirato all efolgie di loto: raccoglie l'acqua e la risputa in migliaia di goccioline iridescenti. alla sciura vicino a me sembravano spermatozoi. high five sciura, la menopausa può aspettare.
- mascherine anti smog a forma di muso di scimmia. non fossero state indossate da manichini bianchi alti 2 metri vestiti di camicie di forza muji non le avrei neanche viste. non le avessero sfoggiate due standisti giapponesi su tre, dentro la triennale, in completa assenza di smog, tenute indosso anche mentre vi spiegano il funzionameno del bruco swiffer, non ve ne avrei neanche parlato.

lo spazio "hermes per i giovani designers" lo giriamo in tre minuti, a parte l'affollamento di ex colleghi con dodici cognomi il catering è solo dolce e la macchinina a pedali da seimila euro mi fa rabbrividire

l'installazione di fabio novembre- che io pensavo essere un nano peloso e invece è la cosa che più si avvicina alla definizione di "splendido quarantenne", mi taglia la strada in completo maròn alla velocità della luce, inutile dire che inciampo girando la testa di 360 gradi collegando faccia e nome solo svariati minuti dopo. un enorme fiore mosaico composto da milioni di piastrelline rosse, petali concentrici dentro i quali trovano alloggio i suoi pezzi più famosi. ecco, il fiore in sè era bellissimo, installazione davvero riuscita, belle le luci, bella la struttura, magnifica atmosfera. però schiaffarci dentro i tuoi lavori vecchi forzandone il senso è un pò come cliccare "like" sullo stato di facebook che hai appena scritto. cheappata.

usciamo dalla triennale, fuori diluvia come se non ci fosse un domani. e invece c'è. domani fiera.

mercoledì 8 aprile 2009

easter bunny with mussels



si va in vacanza per qualche giorno
highlights:
-scansione selvaggia
-nutrimento a base di molluschi
-esplorazione mete fatiscenti previa localizzazione trattoria amica e vicina
-sonno su divano interrotto da urla infantili
-assunzione di un colore di incarnato che non preveda la partecipazione al seguito di twilight
see you soon

lunedì 6 aprile 2009

doo-wop


Robert Morris- http://www.guardian.co.uk/artanddesign/2009/apr/06/tate-modern-bodyspacemotionthings-turbine-hall- Tate Gallery- 1971

The Guardian’s reporter noted: 'Some of the 1,500 visitors became so intoxicated by [the] opportunities that they went around 'jumping and screaming' to quote the exhibitions keeper, Mr Michael Compton. They went berserk on the giant see-saws, and they loosened the boards on other exhibits by trampling on them. ... 'It was just a case of exceptionally exuberant or energetic participation,' Mr Compton said tolerantly'


Era il 1971 e davanti alla Tate Modern si affollavano decine di normali cittadini inglesi un pò ingessati, o che almeno lo sarebbero rimasti per i minuti che li separavano dalla scoperta del Bodyspacemotionthings: pare infatti che il bizzarro percorso artistico dell'americano Morris abbia scatenato reazioni inconsulte negli improvvisamente liberati cittadini londinesi, poco abituati a manifestazioni ufficiali che prevedessero il salto, il rotolamento e l'urlo belluino nel finale.
L'ingiustificata euforia da pub riconvertita al vernissage sembrerebbe una banale regressione dell'impiegatuccio frustrato, ma forse nasconde un più universale desiderio di gioco e rottura degli schemi, necessario ogni tanto ad ogni essere umano, soprattutto a chi per esigenze esistenziali non se lo può permettere, un'oasi di decompressione dal dovere, di ricerca della libertà (quella vera, non quella del nano avvolto nella bandiera italiana) a cui troppo spesso dobbiamo dare la caccia come i bambini col retino delle farfalle.