" Nei weekend Sumire si presentava a casa mia carica di manoscritti. erano solo quelli fortunatamente scampati al massacro, ma anche così si trattava di una discreta mole. in questo vasto mondo lei riteneva di poterli mostrare ad un'unica persona, che guarda caso ero io.
all'università io ero avanti di due anni rispetto a lei e seguivamo corsi diversi, quindi non avevamo molte occasioni per entrare in contatto, e invece pper caso ci ritrovammo a chiaccherare come vecchi amici. era un lunedi di maggio, subito dopo le vacanze, io ero alla fermata dell'autobus vicina all'ingresso principale dell'università, e leggevo un romanzo di Paul Nizan che avevo trovato in una libreria di libri usati. accanto a me vedo questa ragazza, piccola di statura, che allunga il collo per vedere cosa sto leggendo, e poi mi chiede, con l'aria di chi vuole attaccar briga: -Nizan? ti sembra un autore da leggere oggi?- era come se avesse avuto voglia di prendere a calci qualcosa, e non trovando niente di adatto avesse ripiegato su quella domanda, o comunque questa è l'impressione che mi diede."
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