martedì 22 settembre 2009

photoshop-ingannevole è il mouse più di ogni cosa


Ph. Patrick Demarchelier






La signora Valeriè Boyer, parlamentare francese, sta caldamente riportando sul tavolo delle discussioni una questione che, personalmente, speravo sepolta: la correzione digitale delle immagini nelle fotografie con soggetti femminili; ora, la Boyer è sicuramente abituata a vivere in un paese dove l'espressione "mercificazione del corpo femminile" ha ancora un senso compiuto, non vive in una metropoli dove una canalis alta 25 metri si fa uscire le tette dalla canottiera ad ogni angolo di strada, ma io continuo a credere che photoshop abbia davvero pochi legami con i disturbi alimentari e la dignità della donna nella comunicazione visiva.
Le immagini pubblicitarie, per definizione, creano una realtà parallela, una situazione stereotipata, fantastica ed esagerata che mira a colpire l'immaginario delle persone, che nello specifico non avrebbero voglia di comprare una bottiglia di cognac sponsorizzata da una donna in vestaglia di flanella, sovrappeso e in menopausa, e come biasmarli, non lo farei neanche io: Le pubblicità "buone", come la campagna della Dove con le cinquantenni e le paffutelle felici, sono patinate quanto le altre, magari nessuna limatura di rotolini, ma ore di trucco&parrucco precedute da lunghe riunioni del marketing che si sfrega le mani ridacchiando sommessamente per la trovata politically correct si, eccome.
Esistono due tipi di fotoritocco: quello della moda e della pubblicità, destinato a non estinguersi mai, credo, proprio perchè peculiare del messaggio che viene mandato è l'idea di perfezione, di armonia, di finzione come no, finzione a chili, rughette cancellate, mezzo centimetro in più timbroclonato, una taglia in meno gonfiata, pensate a Keira Knightley nel manifesto di Robin Hood, lei è l'eccezione che conferma la regola: una ragazza con probabili problemi alimentari e una taglia di jeans che i tre quarti delle donne portava sotto i 12 anni, vittima della "photoshoppata cattiva" imposta dal business crudele della moda, dalla disturbata taglia zero si ritrova ad assumere un profilo normale, addirittura qualche etto in più. Bizzarro.
Poi c'è il fotoritocco che usano i fotografi tutti i giorni, il novanta per cento dei professionisti ritocca le proprie immagini, anche solo impercettibilmente, per molti motivi, che vanno dal'uso ormai quasi esclusivo del digitale, alla imposta velocità di consegna, alla semplice voglia di fornire un prodotto che non abbia macchia, o all'esecuzione di un preciso progetto artistico. potrei andare avanti per ore; molti nascondono la testa sotto la sabbia e si difendono con argomenti raffazzonati e semplicistici, processi di negazione che non aiutano nessuno, come si può affermare che modificare un'immagine è "snaturarla"? come ci si può permettere, nel 2009, di dare la caccia al digitale come fossimo a Salem sparando a zero contro una "realtà costruita"? La realtà è sempre costruita, ogni immagine, ogni creazione visiva, tutto è pensato e premeditato, come lo è ogni forma espressiva che usi la realtà come metafora e specchio, per esagerarla o distorcerla, nel tentativo di creare una situazione significante che si allontani dalle percezioni quotidiane producendo un immaginario, a volte più denso e utile come quello dell'arte, altre meno nobile come nel caso dell'adv.
Dire che centinaia di migliaia di donne diventeranno anoressiche a causa dei cartelloni pubblicitari che riflettono un'ideale femminile impossibile da emulare è assurdo, vuol dire negare anni di studi scientifici, calpestare la dignità di queste persone trattandole come stupidi manichini privi di libero arbitrio, disconoscere la gravità di patologie che davvero poco hanno a che vedere con le pagine di Cosmopolitan e moltissimo invece con i modelli comportamentali inter familiari.
Dire che le fotografie ritoccate sono il male del mondo perchè inventano una donna che non c'è è davvero sciocco, le donne reali sono per strada, non sui manifesti, tantomeno su quelli "buonisti" di Dove, le stesse donne reali difficilmente troveranno a casa per cena l' Adrien brody che ammicca loro dal palazzo alll'angolo. Il processo creativo di un'immagine è qualcosa di più complicato di una parlamentare francese che si sente grassa o offesa guardando una pubblicità di Intimissimi, sono correzioni che vengono comunque applicate in modo minimo e su persone già fuori dal normale, cosa per la quale non vedano responsabilità se non quelle naturali, gli ideali sono sempre esistiti e da sempre, chiamandosi ideali, sono difficilmente riproducibili e soprattutto condivisibili: le immagini sono SEMPRE irreali, quello che si vede non è quello che si ha, è quello che si vorrebbe, ma certo non vuol dire che si avrà.

5 commenti:

dario ha detto...

il photoshop come colpevole è un'esagerazione, anzi è folle. ma sicura non vi sia collegamento *significativo* tra l'immagine della donna etc e i disturbi alimentari?

Iconoclastique ha detto...

le immagini perfette sono sempre esistite ma la gente si scandalizza solo da quando esiste il fotoritocco, come se il suo senso fosse trasformare adolescenti sovrappeso e brufolose (perchè tanto son tutte così, no? poi soffrono e a casa si mettono due dita in gola..) in splendenti ninfette pelle e ossa; è chiaro che una mente non completamente formata assorba dati in cui non si riconosce (alcune eh, perchè altre ci si riconoscomno eccome), però dire che le ragazze di mezzo mondo smettono di mangiare fino ad autoprocurarsi la morte per una pagina pubblicitaria di h&m mi sembra un'affermazione da studio aperto, un pò come dare la colpa di Colubine a Doom.

dario ha detto...

secondo me (anche se - lo confesso - non ho dati statistici attendibili alla mano) almeno l'ossessione per la magrezza (non dico per forza i disturbi alimentari) che vedo in giro è causata proprio da quell'immaginario lì, poi amplificato da altri contesti o dalla singola persona. poi, da cinico, posso dire che non si può cambiare, oppure criticarlo, oppure discutere se vada regolato a livello legislativo (questione, quest'ultima, delicatissima, in quanto da bilanciare con la libertà di espressione). però quell'ossessione mamma mia...fa un sacco di danni!
sì, saremo maggiorenni e vaccinati, però i media hanno un potere subdolo, e già la vita è difficile se non riempi la testa alla gente di cazzate. mi ritengo fortunato che con gli uomini questo discorso sia molto minore, quindi quando vedo i figoni palestrati e perfetti per il dopo barba non faccio una piega, anche perché io non me la taglio da mesi...

Iconoclastique ha detto...

"posso dire che non si può cambiare, oppure criticarlo, oppure discutere se vada regolato a livello legislativo (questione, quest'ultima, delicatissima, in quanto da bilanciare con la libertà di espressione" e ti quoto in pieno, però sono estremamente convinta che l'ossessione per la magrezza, sicuramente un frutto di questo periodo in cui l'immagine diventa definitiva e risolutiva per la comunicazione di ogni tipo, sia e rimanga legatissimo al contesto familiare, alle aspettative dei genitori, al confronto col mondo, non parliamo di gente a dieta attenzione, ma di gente gravemente malata, non ci si ammala sui giornali; per il resto non credo che dare la colpa al sistema che ci propone questo modello sia una guerra che si può vincere: anche Audrey Hepburn era praticamente anoressica, alla Bergman si contavano le costole, alla garbo anche le scapole, Jaqueline Kennedy idem, però nessuno andava in giro ad incendiare i cinema perchè le proprie figlie, pur di entrare in un vestito stretto, smettevano di mangiare. Sarà un pò pretestuoso accusare i media (come fossero un'entità astratta e irraggiungibile, un crudele Jahveh dietologo) di qualcosa che poi, alla fin fine, provochiamo proprio noi?

adriana ha detto...

Cari:
mi avete fatto venire in mente "GiuLio Cesare" della Raffaello Sanzio, spetacoLo Visto da me forse al 1998. una paziente partecipava non in quanto attrice Lei era l'anoressica nel palcoscenico. ricordo che sono uscita stordita. ieri come oggi mi chiedo se questo quesito non sia più una tematica di rivisitare sotto l' argomento "cosa si mangia quando si dice: mangIO".
mi sono allontanata un po' del anello della ministra francese della che credo sia nato il dibattito...