venerdì 27 marzo 2009

Miyazaki sulla scogliera- a ponyo piace il prosciutto



Sfogliando il giornale per consultare gli orari dei cinema milanesi mi accorgo che il film che voglio vedere viene proiettato praticamente solo nel pomeriggio...mi stupisco immediatamente: neanche fosse bambi, ma non lo sanno che Miyazaky non fa cartoni per bambini? dovrò prendere mezza giornata di ferie o ritrovarmi in fila in qualche multisala con decine di famiglie urlanti la domenica alle tre?
A due anni dal suo settantesimo genetliaco il venerabile Hayao scrive e disegna la sua storia più giovane, assottigliando lo spessore del confine bene-male, smussando gli angoli aspri delle sue protagoniste, ammorbidendo i tratti secchi, il sangue e i demoni tradizionali. il maestro non cambia lingua, continua a sussurrare e ridere fra i suoi colori accesi, ma la storia si muove come una ninfea nel laghetto di casa sua, senza scosse, attraversata da un profumo sottile di vera infanzia, quella ingenua e dell'amore totale ma divertita e senza freni, mai stucchevole. sulla falsariga della sirenetta Ponyo decide di fuggire dal suo padre pigmalione per esplorare il mondo, trovando ad accoglierla sulla spiaggia il piccolo Sosuke, umano che non si fa problemi davanti alla questa figura indefinita e molliccia e immediatamente la adotta nel suo secchiello preferito, fino alla metamorfosi finale grazie alla quale Ponyo si trasformerà in bambina vera rinunciando alla magia grazie alla quale è nata.
Pare che settanta disegnatori si siano dati da fare privi di computer graphics, con vere matite e fogli sudati, per raccontare questa storia lieve e ripiena di armonia; si dice che invecchiando si torna indietro, forse il maestro Hayao è riuscito ad andare avanti, scrollandosi di dosso il superfluo degli adulti rimane l'essenziale senso di partecipazione ed amicizia, quel tipo di coraggio che chiamiamo ingenuità.

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